Probabilmente ci sono altri prima di lui, ma io mi sento di citarlo, dato che, cestisticamente, senza il campetto non sarebbe mai diventato nessuno
Nome e cognome:
DANIELE VENANZINI
Data e luogo di nascita:
mi sembra il 22 o 23 settembre 1980
Soprannome:
VENA
Caratteristiche cestistiche da campetto:
Probabilmente il giocatore con il più grosso gap tra rendimento al campetto e rendimento nei campionati "invernali" (che si giocano su 28 metri e con 5 giocatori che riempiono l'area difensiva). Mancino, mano abbastanza educata, capigliatura variabile ma sempre di dubbio gusto...
Il suo dramma è cominciato nel giorno in cui scoprì che la palla da basket.... rimbalza! Da quel momento, sboccia il suo amore con il ball-handling: con lui raggiunge le più alte vette del piacere, ma solo se questo è tassativamente fine a se stesso. Il suo difensore ne esce spesso ubriacato, contrariamente agli altri, che si riposano e si alzano sulle gambe, ben coscienti che il Vena deve assolutamente eseguire diversi secondi del suo show, prima che l'azione diventi qualcosa che assomiglia allo sport della pallacanestro.
Si passa dal dramma alla tragedia quando il ball-handling sfocia in una palla persa, quasi sempre causata dalla mancata corrispondenza fra i movimenti delle mani e i movimenti dati alla palla una frazione di secondo prima... Sì, perchè è in una frazione di secondo che si consuma il Vena cestistico: è l'essere umano che più ha avvicinato il confine fra il gioco di prestigio e la boiata.
Segni particolari:
Si esalta contro il trash talking generico (del tipo "gioca meglio mia nonna di te"), patisce tremendamente il trash talking di tipo tecnico: ad esempio, se gli viene chiamato "passi" alla prima partenza incrociata che compie, entra nella fase definita "di non-creatività" e le possibilità che il Vena possa produrre danni alla sua squadra aumentano esponenzialmente.